Le dimissioni della consigliera Virginia Russo hanno illuminato una “zona d’ombra” dell’apparato comunale che meriterebbe un serio approfondimento da parte dei massimi responsabili dell’A.C. di Angri.

Le domande sono due:

• qualcuno ha verificato se la “Dichiarazione di possesso dei requisiti per l’eleggibilità a consigliere comunale e di non sussistenza di cause di ineleggibilità e incompatibilità” sottoscritta da ciascun consigliere corrisponda al vero?
• gli atti prodotti dagli organismi ai quali ha partecipato la consigliera Russo dimissionaria sono da considerare legittimi o piuttosto inficiati di nullità?

Ed ancora: se è vero che prima delle dimissioni Russo l’argomento “incompatibilità” come già detto era ben celato in una “zona d’ombra”, mi sembra altrettanto vero che anche ora non sia cambiato nulla, nonostante le dimissioni abbiano portato in luce il problema. Non mi sembra, cioè, che qualcuno si sia preoccupato di verificare se il caso Russo rappresenti un’eccezione o sia, piuttosto, solo la punta emersa di un piccolo iceberg.

Per quanto ne sappiamo nessuno si è peritato di accertare se vi sono consiglieri che possono essere in conflitto con il Comune o condurre attività che rendono incompatibile la loro posizione di consigliere. 

Come, a solo titolo di esempio, l’esercizio dell’attività forense contro l’A.C. di Angri.

Eppure, almeno per qualcuno dei consiglieri l’accertamento da parte dell’Amministrazione non dovrebbe essere difficile, disponendo “in house” di tutti gli elementi necessari alla suddetta valutazione.

Ma non accade.

Si preferisce fingere di non vedere oppure, e se fosse così sarebbe anche peggio, non si vede affatto!

Non va bene, non va per niente bene perché significa che non serve a nulla cambiare cocchiere nella speranza di prendere la strada giusta: la via è sempre la stessa, piena di fossi che i funamboli della politica sono bravi a saltare, mentre i cittadini, poveri illusi, sperano ancora in un reale cambio di passo.