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A che gioco giochiamo?

Quello non proprio bello della politica

Da ragazzini giocavamo agli indiani, alla guerra, a nascondino.

Da grandi, alcuni giocano alla politica.

Da ragazzini chi perdeva non ci rimetteva nulla.

Da grandi chici rimette, eccome! e perde sempre il popolo dei governati, non quelli che giocano alla politica.

Quelli vincono sempre, in un modo o nell'altro, poco o tanto che sia.

C'è chi vince l'assegno della carica di assessore che gli triplo incarico, magari incompatibile finché non lo scoprono; c'è chi vince una parola in più. e determinante per il suo portafoglio, nella elaborazione del P.U.C.

Poi ci sono le vincite minori alle quali, tuttavia, nessuno rinuncia: una targa commemorativa di qua; un appalto minore di là; una privatizzazione di poco conto da un'altra parte.

Infine ci sono quelli che, pur facendo parte della squadra che gioca alla politica, siedono in panchina per mancanza di ruoli immediatamente disponibili. Costoro attendono pazientemente il trno e magari "mettono bacchette" nella speranza di far cadere qualcunoin campo, ma non il capitano della squadra perché, in tal caso, andrebbero tutti negli spogliatoi.

E non conviene a nessuno.

Conviene.

Questa è la parola magica che guida i passi di tutti, giocatori e non. Ma conviene a chi? Non certamente ai tifoni sugli spalti. Perché il gioco non è per loro, anzi il pubblico è sgradito e a questo gioco e si gioca meglio a porte chiuse, quando ci si può muovere liberamente sul campo senza sguardi indiscreti e pronti a giudicare falli o fuorigioco. A porte chiuse si combina meglio. Dunque deve convenire a loro, ai giocatori.

Così passa un intero campionato che solo verso la fine mostrerà qualche virtuosismo a favore del pubblico, giusto per catturare consensi utili nella formazione della nuova suqdra per il campionato successiv.

Da quanti campionati noi dagli spalti speriamo in giocatori bravi, in un "capitano coraggioso", in una squadra disposta a gicare per la nostra convenienza? Quanti ne abbiamo visti di capitani incapaci, pusillanimi e bugiardi? E quanti giocatori zoppi, orbi, sordi abbiamo mandato in campo? Tutto sommato è solo nostra la responsabilità di un campionato che ci costa soldi senza risultati apprezzabili. Siamo noi che abbiamo designato giocatori e capitano, che abbiamo formato la squadra dandole l'accredito necessario per calcare il terreno di gioco. Abbiamo perso noi. Capitano e giocatori incassano senza merito il loro ingaggio.

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