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Angri: quali speranze?

Una città che langue

Non sappiamo da dove cominciare. Il rapporto tra la città e l’amministrazione Ferraioli è così arido che non abbiamo parole né per definirlo né per commentare le assurde performaces di cui si è rivelata capace. Non abbiamo più neppure il coraggio di augurarci un cambio di rotta da parte del nostro Cosimo, perché tante volte nei mesi passati lo abbiamo, invano, esortato in tal senso, per il bene suo (politico) e per quello della città di Angri. Eppure all’inizio del suo mandato i consensi e le speranze erano alle stelle. Ora, dopo appena due anni, sono alle stalle! Come nella stalla rischia di finire Angri, priva di una chiara ed efficace programmazione di crescita ma soprattutto senza una squadra politico-amministrativa in grado di correggere se stessa, quando necessario, ma piuttosto schiacciata ed ingessata dall’ignavia e dall’insipienza di alcuni ed appiattita sugli interessi di altri. Che cosa tiene ancora sugli scranni della maggioranza quei consiglieri-fantasmi di alcuni dei quali non conosciamo neppure il timbro di voce perché mai hanno preso la parola in consiglio comunale? Quale dignità, quale amor proprio, quale senso di responsabilità e di appartenenza anima questi quattro anonimi personaggi quando accettano di votare provvedimenti di cui non hanno capito nulla, o quando accettano di scappare come ladri dal consiglio comunale, insieme con il loro Sindaco, per evitare di affrontare argomenti seri ma spinosi, che riguardano la città di cui si dicono amministratori? Anche il più scassato condominio di periferia li butterebbe fuori a calci nel sedere! Angri invece, grazie alla democrazia, per cacciarli con ignominia deve attendere che si compia il mandato, oppure deve sperare in un loro rinsavimento che li porti alle dimissioni di massa, per il bene della città. Cosa improbabile, perché torna in senno (rinsavice) chi il senno lo possiede e temporaneamente lo ha perso; chi non lo ha, il senno, non potrà mai rinsavire. E probabilmente costoro sono proprio dissennati. Ad ogni buon conto quelli che si ripresenteranno saranno castigati dal prossimo voto, a meno che non decidano di recuperare credibilità e fiducia dimettendosi. Sarebbe un bel gesto di affermazione-dimostrazione di quel senso di responsabilità che fino ad ora non si è mai visto in essi. Per gli altri, per quelli che guidano i passi, i comportamenti e le azioni delle pecore al loro seguito non vi sono esortazioni che tengano. Costoro sono guidati dal collante dell’interesse che per alcuni può essere il misero assegno di assessore o di presidente di qualcosa, per altri è rappresentato da motivi ben più corposi. Non dimentichiamo che ancora aleggia sulla città l’irrisolta questione M.C.M. che...non so se mi spiego. Alla faccia degli angresi ed anche delle pecore di cui sopra, che mantengono il sacco ai furbi!

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