Contattateci se interessati a questo spazio.

Rischi fiscali

Nessuno è al riparo

Parlando di Fisco possiamo affermare con estrema certezza che uno degli handicap dell’Italia è la impossibilità di eliminare il rischio fiscale anche per il contribuente più onesto. Di fatto non è possibile mettersi al riparo dagli accertamenti dagli esiti imprevedibili. Questo handicap dell’Italia non solo riduce di molto l’attrattiva degli investitori stranieri ma esprime un regime di conflittualità endemica tra contribuente e sistema tributario che a sua volta produce quale effetto immediato la scarsa disponibilità, da entrambe le parti, a rispettare le regole che dovrebbero evitare questi conflitti. Il paradosso è che lo stesso legislatore e con esso l’ADE (Agenzia delle Entrate) non rispetta le regole. Qualche esempio? Lo statuto dei lavoratori approvato circa 16 anni fa è stato più volte violato dal legislatore. Emblematica è anche la vicenda dello scudo fiscale che ha rappresentato un ripetuto tradimento del patto con i contribuenti; in primis Monti fissò un imposta di bollo eccezionale per mantenere l’anonimato, poi cambiarono le carte in tavola e fu chiesto il pagamento dell’IVA che era inizialmente esclusa, infine ammisero che la richiesta dello scudo fiscale non sanava i redditi societari. Allora chiedo: come può uno stato inaffidabile avere l’autorevolezza necessaria per chiedere al contribuente di essere compliant? L’Amministrazione Finanziaria non dovrebbe essere un organo imparziale attento a tutelare le ragioni dell’erario quanto i diritti del contribuente? In Italia tutto è sbilanciato verso l’esigenza di produrre gettito erariale. Un esempio esplicito è il fatto che dal primo giugno è in vigore la norma sull’immediata esecutività delle sentenze tributarie. Vuol dire che se l’Agenzia delle Entrate viene condannata da una Commissione Tributaria deve restituire l’indebito richiesto al contribuente. Ma per rendere operante questa norma la stessa Amministrazione Finanziaria deve emanare un apposito decreto attuativo che ad oggi non ha emanato e fa finta di niente. Ciò che spaventa gli operatori del settore (Commercialisti, Tributaristi, Revisori, Consulenti del Lavoro, CAF, … ect) mettendoli quotidianamente in difficoltà è l’ambiguità della disciplina fiscale. La sua continua evoluzione. L’assenza di una seria politica di crescita economica strutturata. L’incertezza del futuro. E’ facile intuire che questa situazione di precarietà non permette agli investitori di fare progetti, di realizzare gli investimenti e trarne la giusta remunerazione perché non vi sono le condizioni per fare impresa. In questo quadro confuso di normative, che spesso si duplicano, si sovrappongono e si contraddicono le une con le altre, anche per il consulente fiscale più preparato ed esperto è impossibile fornire una interpretazione priva di rischi fiscali. A volte viene il dubbio che il mantenimento dell’incertezza fiscale sia una strategia per aumentare il gettito erariale. In un paese come l’Italia nel quale la macchina pubblica viene spesso accusata di sperperare il denaro pubblico raccolto dai contribuenti, configurare tutti i contribuenti come potenziali evasori aiuta il sistema politico ed amministrativo a scaricare una parte delle proprie colpe. Se l’amministrazione finanziaria avesse reale interesse a sviluppare l’economia ed attuare la semplificazione fiscale, invece di far finta di rispondere via face book sul canone RAI , si impegnerebbe a rivedere i Codici Tributari. In queste condizioni si può sperare di attirare investimenti stranieri? Si può sperare in una futura prossima crescita economica? Più facile è che se ne vadano anche gli investitori nostrani. Più prossima è la stagnazione se non addirittura la recessione economica.

Contattateci se interessati a questo spazio.