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C'era una volta...

La Campania Felix

“Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi '' non sapevano '': accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata.” . Le parole dell'ultimo segretario generale del partito comunista dell'Unione Sovietica, Michail Gorbaciov, mi sembrano le più adatte per descrivere questo mondo che si sta suicidiando con il gesto più estremo e autolesionistico: l'avvelenamento. L'inquinamento è da anni una preoccupante problematica della società coeva, che di fronte alla sua sete di guadagno e menefreghismo, non ha timore di rovinare e distruggere la terra su cui vive. L'Italia, naturalmente, da paese ligio e zeloso, ha un ruolo primario in questo processo di demolizione del globo. In particolare, grazie all'instancabile propaganda masochista italiana, è noto al mondo intero la situazione del meriodione italico, nello specifico, l'angosciante contesto di una vasta area della regione Campania soprannominata la "Terra dei Fuochi". Sono ormai lontani i tempi della " Campania felix", un lontano miraggio, da quando Giuseppe Ruggiero di Legambiente denominò questa area geografica ( comprendente ben 33 comuni del napoletano e 24 comuni di Caserta) con tale suggestiva espressione, così distaccata dall'eufemismo che il navigatore portoghese Ferdinando Magellano coniò quando dal mare vide, sulle coste argentino-cilene, del fumo proveninte dai fuochi accesi dagli Yanama per scaldarsi, durante la scoperta di tali territori dell'America del Sud. Suddetto territorio, ha attirato i clamori della cronaca per essere diventato una vera e propria discarica a cielo aperto, un enorme cassonetto per l'immondizia, una gigantesca base per lo smaltimento di rifiuti, soprattutto di materiali tossici quali piombo, scorie nucleari e materiale acido. -...Guarda ca chistu ciardino; siente, sie’ sti sciure arance...,  così diceva una famossisima classica napoletana, anche se quel giardino è diventato un indicibile stabbio , il cui acre olezzo, assai lontano dal gradevole profumo citato da Giambattista De Curtis nella sua canzone, perfora i polmoni, il fegato e il cervello, come testimoniano gli allarmanti dati provenienti dal cosiddetto "Triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano". Il "Triangolo della morte", conseguenza o causa della "Terra dei fuochi", è un inquietante esempio di come le attività illecite legate allo smaltimento di rifiuti ( sotterrati o bruciati ) possono implicare gravi ripercussioni sulla salute degli abitanti campani: il trittico Acerra-Nola-Marigliano, conta 550 000 abitanti, ma nonostante ciò possiede l'indice di mortalità per tumore al fegato, vescica e sistema nervoso  più alto d'Italia. Le attività illecite legate a questo problema, si collegano alla Camorra, come le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, ex boss legato al clan dei Casalesi, hanno dimostrato. Dalle asserzioni di Vassallo, si è venuto a conoscenza di una scabrosa situazione: la Campania per oltre ventanni è stata la tomba di grandi quantitativi di rifiuti tossici, grazie anche al silenzio di parlamentari e forze dell'ordine corrotti ( Bassolino vi ricorda qualcosa? ). Oltre ai disagi legati alla salute degli abitanti di suddette zone, un'altra preoccupante conseguenza di questa scottante verità è l'inquinamento dei prodotti agroalimentari, con strascichi sull'economia e sul turismo campano. A causa dei numerosi incendi, infatti, nell'atmosfera campana è stata riscontrata una temibile percentuale di sostanze tossiche, tra di cui soprattutto la diossina, sostanza cancerogena per l'uomo e tra i composti tossici noti più potenti. Vari dati, inoltre, hanno constatato come significative percentuali di diossina sono presenti nei terreni, determinando ripercussioni sulla catena alimentare degli animali d'allevamento. Tutto ciò crea, naturalmente, pungenti problematiche per quanto riguarda i prodotti agricoli e quelli legati all'allevamento di bestiame: basti pensare ai terreni agricoli di Giugliano o i dati di qualche anno fa' che riportavano una lieve percentuale di diossina presente nel latte di bufala proveniente dal casertano. - Nell'arco di ventanni sarebbero tutti morti. Così diceva Carmine Schiavone, collaboratore di giustizia, nel 1997 riferendosi agli abitanti delle zone interessate a questo "biocidio", ma ciò è una falsità: sono già tutti morti, umanamente morti. Hanno ucciso una regione, hanno ucciso un patrimonio del mondo, hanno ucciso una storia trimillenaria, hanno ucciso un popolo e l'hanno fatto sotto il sole, sotto gli occhi di tutti, sotto occhi che increduli non hanno potuto fare niente e sotto occhi che invece non hanno voluto fare... E mentre qualche altro rogo fumante avvampa e certi occhi fanno finta di vedere da qualche altra parte, il mandolino di "Pullecenella" zittisce e le sue giubilanti risate vengono smorzate dal singhiozzo e dalle lacrime.  

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