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Parade

Picasso a Napoli

Cento anni fa Picasso era a Napoli: oggi vi fa ritorno con una grande opera d’arte ed un’ampia selezione di lavori.

Il 7 aprile, nella sala da ballo della Reggia di Capodimonte, insieme a una serie di bozzetti realizzati per il balletto Pulcinella, in scena nel 1920 a Parigi, con musiche di Stravinsky e coreografie di Massine, e ad alcune marionette della collezione FundaciónAlmine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte, ha fatto il suo ingresso Parade, enorme opera su tela, di ben 17 metri per 10,  conservata al Centre Pompidou di Parigi e finora esposta solo al Brooklyn Museum (1984), al Palazzo della Gran Guardia di Verona (1990), a Palazzo Grassi di Venezia (1998) e al Centre Pompidou di Metz (2012-2013).

Il Ministero dei Beni Culturali, la Soprintendenza di Pompei, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Teatro dell’Opera di Roma, hanno collaborato alla celebrazione Picasso e Napoli: Parade, a cura di Sylvain Bellenger e Luigi Gallo, che ruota proprio intorno al sipario di Parade.

Nella primavera del 1917 Jean Cocteau, Pablo Picasso, Léonide Massine e Sergej Diaghilev, erano in viaggio tra Napoli e Pompei cercando l’ispirazione per lo spettacolo a tema circense coreografato da Massine, con musiche di Erik Satie, scene e costumi di Picasso, e con i Balletti russi di Diaghilev che avrebbero debuttato a Parigi il 18 Maggio di quell’anno.

Un viaggio che oggi viene ricordato con una mostra-evento in due sedi: la Reggia di Capodimonte, dove arriva l’opera più grande di Picasso, il Sipario per Parade, e L’Antiquarium di Pompei dove vanno in scena i costumi da lui disegnati per il balletto.

La stesura di Parade avviene per opera dell’esuberante Principe Eccentrico Cocteau, sfidato dal domatore dei Ballets Russes, Sergej Djaghilev, a stupefarlo.

Cocteau vuol portare in scena il rumore della vita moderna e delle sirene industrali, e dopo il rifiuto di Stravinsky di partecipare al suo progetto, si rivolge allo stravagante compositore pre-dadaista Satie e, successivamente, a Picasso. È Diaghilev a proporre il viaggio in Italia per permettere al gruppo di trovare ispirazioni e spunti. A Roma Picasso incontra la modella russa Olga, di cui s’innamora; vive il viaggio poco da turista e più da osservatore. Appena può corre nel suo studio per dipingere il sipario di Parade.

Per la stesura dell’opera Cocteau si ispira a un dipinto di Georges Seraut: ha per protagonisti degli artisti da fiera che cercano di invogliare la gente a entrare in un  teatrino per assistere al loro spettacolo. Nel sipario ci sono due manager cubisti, un prestigiatore cinese, una ragazzina americana, una coppia di acrobati che eseguono salti mortali, un buffo cavallo. Anche i costumi, sempre firmati da Picasso, vengono realizzati con materiali vari quali latta, stoffa, legno. 

“Parade è un giocattolo infrangibile”, dirà Jean Cocteau. Parade non nasconde nulla, non è cubista, non è futurista, non è dadaista e allora cos’è Parade? “Ho la tentazione di rispondere: non rompete Parade per vedere che cosa c’è dentro. Non c’è nulla”.

Ma l’Italia viveva, in quel periodo, una situazione estremamente delicata a causa della guerra, e la prima dello spettacolo al San Carlo fu un flop: troppo stravagante per la sensibilità dell’epoca. Dopo la terza replica lo spettacolo fu annullato.

Con Parade Picasso torna alla sua ispirazione legata al mondo del circo mediata dalla conoscenza del presepio, del teatro popolare e delle marionette, aggiungendovi l’interesse per il classico sviluppato visitando Pompei e Roma, e invita lo spettatore a non interrogarsi sull’origine dell’opera, ma sul risultato.  

Fino al 10 luglio, dunque, avremo la possibilità di immergerci in un universo in cui il teatro incontra la pittura e la danza, il tutto stando fermi, lasciandoci investire dalla grandiosa visione dei maggiori artisti del ‘900.

Infine, a Pompei, che Picasso visitò nel viaggio del 1917, l’incontro diretto che l’artista ebbe con l’antichità è uno dei temi della mostra all’Antiquarium, insieme alla passione del Maestro per la maschera. Nel museo, infatti, i costumi che Picasso disegnò per Parade sono messi a confronto con una raccolta di maschere africane e una selezione  di reperti archeologici, tra cui alcune maschere teatrali inedite, rinvenute nel sito archeologico più importante al mondo.

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