Contattateci se interessati a questo spazio.

Quando la boxe insegna a vivere

La palestra come scuola

“Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che preferiscono vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre. Niente è impossibile.”

Muhammad Ali

Quando uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, Muhammad Ali, pronunciava queste parole, lottava contro la segregazione razziale,  la discriminazione e l’emarginazione delle persone di colore. Barack Obama lo cita come l’uomo convinto che il vero successo arrivi quando ci si rialza dopo essere caduti. La leggendaria velocità e precisione del suo destro, che mise KO al primo round Sonny Liston a Lewiston, era pari alla sua forza ma soprattutto alla sua intelligenza strategica, grazie alla quale affrontò gli incontri con estrema lucidità, puntando allo sfiancamento dell’avversario. Ali era la dimostrazione vivente che bisogna aver chiaro sempre per cosa si combatte e risparmiare i colpi, quando non sono necessari.

Tirar pugni impossibili per stabilire chi è il più forte è una fantasia da film. 

Disciplina e consapevolezza sono le parole chiave di uno sport, quale la boxe, che aiuta chi lo pratica a confrontarsi con la sconfitta, una temuta avversaria.

Eppure Daniele Garzillo, boxer di professione e insegnante della disciplina presso Free Style, non teme il KO, al contrario, sfida i propri limiti con tenacia e resistenza, con umiltà e coraggio. Convinto che non si debba mai dimenticare di essere allievi, anche quando si è maestri, afferma che andare al tappeto e sapersi rialzare sfidando la vita ad un altro round sia un insegnamento da far proprio, da tenere a mente. Si rende conto che la boxe è più di un’attitudine naturale quando, da ragazzo, inizia a praticarla con serietà e dedizione, confrontandosi con pugili preparati e mostrando un vivo interesse a migliorare le sue capacità, insistendo sulla necessità di credere nelle proprie possibilità, convinto che non basti essere dichiarati capaci ma che sia necessario impegnarsi. 

Il ring diventa per lui un’intricata metafora della vita, lo spazio in cui incassare i colpi e imparare a difendersi, a muoversi tra le corde ed i propri limiti, senza farsi chiudere all’angolo e, se dovesse accadere, imparare a liberarsi, ad essere rapidi, a rispettare i tempi e le distanze. James Figg, considerato il padre fondatore del pugilato, dichiarò che nella nobile arte  era più importante difendersi che attaccare. Daniele sa che è importante difendersi per proteggersi, ma a volte è indispensabile vivere la vita in attacco, per evitare di doversi difendere sempre, per combattere la malattia, per ritrovarsi interi.

Il modo in cui un pugile si pone nei confronti dell’avversario che ha davanti dice molto di lui. Un pugile che non ha fiducia in se stesso, sostiene il Maestro Garzillo, non potrà mai vincere. Durante un incontro aver paura è naturale, ma bisogna credere che l’esito di ogni prova che si affronta dipenda in buona parte da se stessi. Non si tratta, come molti immaginano, di avere una visione grandiosa del proprio futuro, ma di vivere l’attimo intensamente, con la pienezza dell’intera vita, consapevoli che non sempre un Knock Out rappresenti una sconfitta ma, al contrario, segni il sentiero che si percorre come fosse un punto da cui ripartire, non appena pronti.

Quando si pensa al pugilato spesso lo si associa alla violenza cieca e alla brutalità, ma per chi pratica questo sport con convinzione, mai termini furono meno appropriati. Guardando i pugili nelle palestre che si allenano per raggiungere i loro obiettivi viene da pensare che abbia ragione Daniele Garzillo quando dice che la ricerca della felicità sia una responsabilità. Il dovere che ogni uomo ha verso se stesso e verso gli altri è raggiungere la felicità, senza temere di cadere.

Contattateci se interessati a questo spazio.