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L’asino d'oro

Favole per i ragazzi del '68

PROLOGO. Anche questa volta la curiosità, unica dote che conserva vivi anche dopo la morte, aveva consentito di incappare in una storia incredibile, ma vera. Avevo appena finito l’ennesima rilettura delle Metamorfosi, opera massima di Apuleio, ove come è noto vengono raccontate le disavventure del giovane Lucio il quale allorché giunto in Tessaglia, nella “terra dei maghi”, viene coinvolto nei secolari misteri greci, patrimonio comune degli abitanti del luogo, e vinto dai sortilegi più raffinati praticati per superare la misera condizione umana. Ottenuta ospitalità da Milone, uno dei maggiorenti della città, e da sua moglie Pànfile - nota maestra di magia, la quale è solita  frequentemente e temporaneamente trasformarsi, grazie anche ad una serie di composti da lei stessa preparati, negli animali più diversi - Lucio, grazie all’aiuto della serva Fotide, opportunamente ed agevolmente sedotta,  assiste alla trasformazione di Pànfile in gufo, e, preso da irrefrenabile impulso, convince la serva ad assisterlo nel tentare su di sé il medesimo esperimento; Fotide accetta, ma sbaglia unguento e Lucio invece di trasformarsi in gufo diventa un asino. Lucio continua a pensare, ragionare, valutare, considerare come un uomo, ma per gli altri è indubitabilmente solo un asino. E come asino che pensa da uomo vive tutta una serie di peripezie che si dipanano lungo il corso della ponderosa opera, sino a riacquistare sembianze umane cibandosi delle rose che adornano la statua di Iside durante una solenne cerimonia in onore della dea a Corinto. Riconoscente, si inizierà ai misteri isiaci esplorandone tutte le secrete cure e percorrendo la strada giusta per sollevarsi dalla sofferta condizione umana. Di ritorno a Roma diventerà brillante avvocato da tutti riconosciuto nel foro della capitale dell’impero.

Indubbiamente la scrittura esoterica utilizzata da Apuleio consentiva diversi piani di comprensione dell’opera, ciò nonostante, anche dopo l’ennesima lettura, il mio istinto di studente/studioso continuava a dirmi che non poteva essere questo il finale del racconto: tutto dichiarato, troppo scontato e banale per un’opera di tale levatura e di ben undici libri di pregnante cultura. E l’approfondimento dei misteri di Iside,come tramandati dalla tradizione, rafforzavano e non dipanavano i dubbi. Doveva esserci dell’altro, tenuto segreto o nascosto o forse perduto.

IL VIAGGIO. La decisione fu presa in un momento: bisognava recarsi sui luoghi degli avvenimenti ed indagare e cercare, nel tentativo di rompere ogni velo ed avvicinarsi alla verità. Racimolato qualche soldo, grazie anche ad alcuni decreti ingiuntivi, senza ulteriori indugi ,imbarcato sul primo volo utile per la Grecia, intravisto il Monte Olimpo, giungo in quella terra che fu chiamata, ed è tutt’oggi chiamata, Tessaglia  e  raggiungo l’antica città di Hypata, dove tutto ebbe inizio. Diciannove secoli fa. Stranamente i luoghi pur mai visti fino ad allora mi sembrano familiari, le antiche strade non si mostrano sconosciute alla mia percezione, i volti degli abitanti non estranei alla mia quotidianità: sarà che i miei antenati guerrieri da qui partirono appena sedici secoli orsono per la conquista dell’Italia, o forse ci sarò vissuto in altra vita o, molto più probabilmente, sarà solo suggestione, ma la sensazione è forte e non ignorabile. Comincio immediatamente le ricerche e, grazie anche all’aiuto di qualche cittadino con conservato cognome simile al mio, ripercorro i luoghi descritti nell’opera: ecco la caverna dove Lucio-asino è tenuto prigioniero dai briganti insieme a Càrite; e questo è quel che resta del palazzo signorile dove viene raccontata la favola di Amore e Psiche; questo invece deve essere il luogo ove i falsi sacerdoti della dea Siria praticavano sesso sfrenato. È ormai buio e sono molto stanco ma ancor più commosso e stordito dall’emozione. L’arcaica ospitalità greca obbliga chi mi accompagna ad invitarmi a casa per la cena e ad offrirmi un giaciglio per il riposo notturno; dovrò sdebitarmi, ma i soldi dei decreti ingiuntivi sono già quasi finiti… al ritorno dovrò necessariamente ottenerne altri. Avvertiti!

LA RIVELAZIONE. A tavola, bevendo vino nero e resinoso, espongo le ragioni del mio viaggio e rivelo l’obiettivo delle mie ricerche. Noto subito che l’argomento non è alieno ai miei commensali, ma oltre a consigli generici dati con apparente non curanza e ad esortazioni di maniera a perseverare nella ricerca offerte con atteggiamento indifferente, nessun altro aiuto mi viene fornito.  Dopo un frettoloso ma cerimonioso commiato, accompagnato nella camera a me destinata, mi addormento immediatamente di un sonno senza sogni. Non so a che ora della notte vengo svegliato da un bussare sommesso ma insistente, ancora addormentato dico << Avanti>> automaticamente: sogno o son desto? È Iside in persona che è entrata nella mia stanza, stropiccio gli occhi e… perbacco, riconosco l’avvenente figlia del mio ospite ,più bella di Iside e vestita con sfarzoso abbigliamento dell’antico folclore locale. Mi si avvicina e quando già comincio ad assaporare l’imminente inizio di una notte d’amore degno della migliore tradizione greca, mi sussurra << Ho la risposta alle sue domande>> <<Eh…>> << Lei cerca i libri perduti delle Metamoforsi di Apuleio. Io so dove sono e chi li custodisce>>.  <<Eh… Ehh…>> << Sono tenuti segreti ma io li ho anche letti. Se vuole vederli deve alzarsi immediatamente e seguirmi in silenzio>>. Ancora non del tutto sveglio ed anche un po’ deluso, fui vestito in un attimo e le fui dietro. Non saprei dire che strade abbiamo percorso, né per quanto tempo abbiamo camminato, ma alla fine siamo giunti di fronte al maestoso portone di quella che sembrava una antica chiesa bizantina abbandonata, contornata da colonne eoliche e sormontata da una enorme croce a doppi bracci. Con poca spinta il portone si apre e mi trovo in un’ enorme ambiente scuro, bucato solo dal fascio di luce della lampada portabile opportunamente accesa dalla mia accompagnatrice. Mi sovviene : <<Io son Beatrice che ti faccio andare… >>. Si chiamerà forse Beatrice e forse mi condurrà nel viaggio verso la luce. Invece :<<Svelto. Giù nella cripta per di qua>>. Apre una botola ed illumina le infinte scale che portano all’ipogeo, alla fine ci troviamo in un’altro ambiente, ancor più grande ed ancor più buio. Mi guida sicura verso il lato più lontano e, in una nicchia ben celata dietro un arco di pietra, posso vedere dodici giare di antica fattura contenenti fogli di millenaria pergamena manoscritta.<<Ecco l’opera completa di Lucio Apuleio che voi chiamate Metamorfosi o l’Asino d’oro e che noi gelosamente conserviamo da secoli.  Come può vedere i libri sono dodici e non undici come comunemente si crede>> << Come si spiega?>> <<Il dodicesimo libro, benché contestualmente scritto ed anche successivamente tradotto, non è mai stato divulgato, né pubblicato>> <<Come mai ?>> << Beh sa, siccome contiene le tragicomiche peripezie di asini che per l’errore di improvvisati maghi assumono sembianze umane, si è sempre preferito tenerle nascoste anche per evitare il panico nella popolazione>> <<Potrei leggerlo?>> << No. È parte dei misteri di Iside ai quali possono accedere solo gli iniziati. Ora dobbiamo andare via, restare qui per altro tempo è pericoloso. Ne riparliamo a  casa>>.

COME DIO - L’ELEVAZIONE. Velocemente rifacemmo il percorso a ritroso e, mal celando la forte delusione, dopo un po’ raggiungemmo l’abitazione dalla quale eravamo partiti. Ormai completamente sveglio, tentai di riprendere il filo del discorso in giardino, cercando spiragli utili a superare l’impasse nel quale ero dolorosamente precipitato. Ma la rassegnazione non mi era mai stata compagna ed ero disposto a tutto pur di tentare di ottenere quanto volevo. La mia accompagnatrice era affascinante e non mi fu faticoso decidere di giocarmi la carta della conquista. Vi era poco distante un grande albero che, a mio giudizio, poteva accogliere e ben nascondere alla vista degli altri quanto mi proponevo di porre in essere. Avvicinandomi sino a toccarla, le sussurrai a bruciapelo nell’orecchio <<Perché non andiamo a  sedere sotto l’albero di acacia?>> Colpita e con stupore <<Conosci l’acacia?>> Pur non comprendendo, annuii con fermezza. L’effetto fu stupefacente. <<Questo cambia tutto>> Mi rivelò di essere sacerdotessa di Iside e pretese di cerimoniosamente ricevermi sotto le rigogliose fronde dell’albero di ulivo e di alloro. Come Dio nell’antico testamento!  <<E il libro? Posso leggerlo?>> <<Se conosci l’acacia sei un iniziato. Sei alla ricerca della verità e sei venuto dall’Italia per trovarla. Come potrei impedirti di proseguire il tuo cammino esoterico!>> <<E allora?>> <<L’originale l’hai visto quando ancora non potevi. Ora che ti sei fatto riconoscere ti porterò una traduzione in mio possesso. Potrai tenerla solo per stanotte e leggerla, ma il vincolo di segretezza dovrà impedirti di divulgarne il contenuto>>.

IL SEGRETO. Si alzò e tornò poco dopo con quella che apparentemente sembrava l’edizione economica, un po’ consunta, di un libro di recente successo. Me lo consegnò facendomi ancora impegnare solennemente a tenere il massimo riserbo. Ero divorato dalla curiosità. Con emozione mi accinsi a penetrare i segreti da tanti secoli nascosti e sconosciuti ai più. Mi ritirai nella mia stanza e finalmente aprii il libro. Impegnato nell’agognata lettura, non mi accorsi del trascorre della notte e dell’avvento della luce. Ma la stanchezza ebbe il sopravvento e mi addormentai prima di arrivare alla fine. Al risveglio il libro era scomparso e la casa era vuota. Lasciai un biglietto di ringraziamento per il capofamiglia, un piccolo dono con promessa di  ritorno alla mia Beatrice, raccolsi il bagaglio e raggiunsi l’aeroporto.

LA LUCE. Tornai da dove ero partito ma non come ero partito. Quanto avevo letto era abbastanza per poter dire che avevo squarciato il velo e visto la luce. Il giuramento fatto mi impedisce di rivelare nomi, luoghi, episodi specifici, però posso garantirvi che la lettura del libro ignoto di Apuleio, se diffuso, consentirebbe a tutti la totale comprensione della realtà che oggi tanto penosamente viviamo. Senza violare il segreto proverò a rendere noti genericamente i concetti essenziali e di maggiore interesse. Il libro è assolutamente speculare, come il bianco col nero, rispetto agli altri libri dell’opera.  Il punto essenziale è che mentre gli altri libri raccontano le avventure di un uomo che diventa e vive da asino, benché continui a sentire, pensare e ragionare come un uomo, il libro segreto, invece, rivela le avventure di un branco di asini che, per sortilegi similmente mal riusciti, assumono le sembianze umane pur continuando a pensare, sentire e ragionare secondo la loro natura animale. Vivono tra gli uomini e come uomini e conservano, però, la possibilità di riconoscere e dialogare con i loro simili che per analoghi incidenti magici hanno assunto sembianze umane. Per contro gli umani nati e rimasti tali non sono in condizione di riconoscere gli ex asini e li trattano e considerano come loro simili. Accade così che gli ex asini,  benché non in possesso delle necessarie capacità, godano di tutti i vantaggi e delle prerogative degli umani e, grazie anche all’appoggio ed alla solidarietà animale dei loro simili, così vadano ad occupare anche preminenti posti nella gerarchie sociali, a ricoprire ruoli rilevanti e di prestigio in tutti i settori della società e cariche pubbliche di prim’ordine, dal giornalismo all’artigianato,dalle libere professioni alle alte funzioni burocratiche nelle amministrazioni pubbliche, da ministri di culto delle varie religioni a quelle di professori nelle scuole preferibilmente superiori; ma dove raggiungono il massimo dell’espressione è nelle cariche politiche, sia a livello nazionale che locale. Ed invero la massima aspirazione degli asini con sembianze umane, in risposta al primordiale istinto di capobranco, è governare le comunità; nell’esercizio delle sue funzioni sempre l'asino/uomo osserva e registra azioni e intenzioni con la sua mente di animale e sempre risponde con la sua natura bestiale. Particolarmente marcata è l’incontrollata e incessante attività distruttiva, grossolanamente giustificata, di quanto faticosamente costruito dagli uomini. E più il pelo imbianca e più cercano di far arrivare il raglio, mutato in voce, al cielo e più scalciano contro la società degli umani. Di tale ambivalente condizione ci si avvede sempre in ritardo e, una volta scoperta la vera essenza del governante, il tempo necessario a mettere in moto le strane procedure umane di neutralizzazione mediante l’uso dell’appropriato antidoto consente all'asino dalle sembianze umane di continuare a fare guasti difficilmente riparabili ex post dagli umani autentici.

EPILOGO. Sintetizzando, il libro ignoto ci avverte che siamo circondati da asini con sembianze umane, i quali sempre più spesso occupano posti di prestigio e decidono dei nostri destini con provvedimenti conformi alla loro natura animale, scrivono paginate di giornali interpretando la realtà dei fatti con la spiccata sensibilità bestiale della specie cui appartengono, amministrano la cosa pubblica con l’ottusità e l’ignoranza da sempre naturalmente connaturate all’asinità. E più il tempo passa e più si coalizzano tra di loro, e più assumono potere e più ne chiedono, e più distruggono le regole imposte dall’evoluzione della specie e più tentano di conformare il mondo alla loro irrinunciabile natura di asini, e più si riconoscono e più si accoppiano tra di loro al fine di conservare e trasmettere integro il marcato tratto animale. Realtà da far impallidire anche la fantasia di George Orwell.

Grande Apuleio ! Ecco perché il libro è ed è rimasto segreto, la sua rivelazione indurrebbe certamente ad una diffusa e violenta sollevazione popolare con successiva enorme disponibilità di pelli per tamburi.

AUSPICIO. Spero di poter bruscamente risvegliarmi nel cuore della notte e realizzare che non è realtà ma solo un sogno di una notte di mezza estate.

P.S. L’articolo è solo un breve sunto di uno scritto ben più lungo che,prima o poi, sarò costretto a pubblicare; comprenderete e perdonerete, quindi, gli evidenti salti di tempo e di logica.

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