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La legge sui piccoli comuni

In dirittura d'arrivo

La Camera dei Deputati si appresta a discutere e approvare in Aula la proposta di legge sui Piccoli Comuni, voluta con felice intuizione da Ermete Realacci e sottoscritta e condivisa da tantissimi parlamentari dei diversi schieramenti. Nel corso del lungo e non facile lavoro istruttorio nelle Commissioni riunite Ambiente e Bilancio -che ho seguito costantemente come Relatore del provvedimento con i colleghi Borghi e Misiani- è stato deliberato, all'unanimità e con spirito fortemente positivo ed unitario di tutti i Gruppi parlamentari, un testo organico di disposizioni per la tutela e la valorizzazione dei Comuni con popolazione fino a 5.000 Abitanti (in Italia 5.592 su un totale di 8.002) al quale è stata anche abbinata la mia proposta per la riqualificazione ed il rilancio dei Centri Storici. Questa importante iniziativa legislativa e' diretta a promuovere e rilanciare la "Piccola Grande Italia", l'Italia delle piccole comunità , una Italia bella e orgogliosa che esiste nel cuore e nella coscienza profonda del Paese. Una Italia ricca di valori, di bellezze naturali e paesaggistiche, di beni storici, archeologici ed artistici, di panorami e contesti ambientali meravigliosi, ma anche di tradizioni enogastronomiche e produzioni agro-alimentari di qualità, di una agricoltura ed artigianato di eccellenza, il tutto nel segno di uno spiccato, spontaneo e gradevole spirito di ospitalità ed accoglienza. 

La legge intende rilanciare questi piccoli borghi, sempre più spesso attanagliati dalla continua e forte diminuzione di abitanti e dalla scomparsa delle attività produttive e dei servizi essenziali alla persona, nonché da crescenti e pericolosi fenomeni di abbandono e degrado del territorio. In questa prospettiva è prevista  una serie di misure proprio per favorire ed incentivare contestualmente nei Piccoli Comuni  il recupero di popolazione residente; l'avvio di nuove attivita' economiche ed il mantenimento dei servizi fondamentali, come Uffici postali, Scuole, Presidi sanitari e la rete dei trasporti pubblici;  il recupero e la ristrutturazione di case cantoniere dell'Anas abbandonate e di stazioni ferroviarie dismesse per destinarle ad associazione di volontariato o a presidi di protezione civile, ovvero alla promozione dei prodotti tipici locali, a cominciare dai prodotti agricoli ed alimentari provenienti da filiera corta e a chilometro zero; la cura. È la corretta manutenzione del territorio. Con tali finalità sono prefigurati diversi interventi che vengono finanziati attraverso un Fondo pluriennale, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro, che ovviamente speriamo di poter allargare ed ampliare nei prossimi anni. Ma la legge  vuole, con una scelta di campo molto significativa, sostenere incisivamente la diffusione della rete in banda ultra larga per consentire l'accesso veloce ad Internet. E' evidente che lo sviluppo dei territori richiede sempre di più la creazione di un moderno ed adeguato sistema di infrastrutture immateriali, al passo con l'incessante evoluzione tecnologica ed informatica.

Per i centri storici, altro straordinario punto di forza del "sistema Italia", si punta a riqualificare  zone di particolare pregio con interventi integrati pubblici e privati, sperimentando così un differente modello che mira a stimolare la migliore collaborazione fra Istituzioni ( Stato-Regioni e Comuni) ed imprenditori e operatori economici, con sinergia di risorse finanziarie e di idee e contributi progettuali.

Nel convincimento, poi, delle obiettive e nette  differenze che dividono l'organizzazione dei Piccoli Comuni da quella dei Comuni più popolati e delle grandi aree urbane, sono inserite norme di semplificazione e snellimento delle attività amministrative. 

L'obiettivo più generale della legge e' di aprire una fase nuova nelle politiche pubbliche, che porti ad affermare la realtà dei Piccoli Comuni, superando finalmente scelte e decisioni di governo troppo condizionate da criteri solo matematici, ineluttabilmente  rigidi ed aridi. Bisogna, invece, considerare e rispettare sempre  la vita reale delle persone e delle comunità con le difficoltà e le sofferenze che vivono.

La legge vuole puntare sulla tradizione "antica" ma sempre viva ed attuale di produzioni, saperi e mestieri, ma anche sull'innovazione, la competitività  e le nuove tecnologie, guardando a comunità che non vogliono rimanere ferme e statiche ma, che, invece, intendono innovare la loro storia per affrontare le sfide del nostro tempo. Naturalmente la nuova normativa e' quanto mai importante per la Campania, regione nella quale i "Piccoli Comuni" sono 335  su 550 complessivi -con una popolazione di circa 680.000 abitanti- dei quali 101 in Irpinia , 70 nel Sannio, 10 nella provincia di Napoli, 48  nel Casertano. In provincia di Salerno i Piccoli Centri sono ben 106 su un totale di 158 Comuni, con una popolazione di 180.787  abitanti su un totale di 1.106.506 abitanti. 

Nella sfida che l'Italia deve vincere, nell'ambito della competizione sempre più esigente e difficile nel Villaggio globale, e scommettendo sul nostro incredibile patrimonio, può e deve esserci come risorsa e momento di attrazione proprio la "Piccola Grande Italia", con le sue eccellenze e le sue qualita'. Del resto il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, un grande Presidente ed un grande Italiano, con mirabile efficacia descriveva nel 2002 così la ricchezza dei Piccoli Comuni: 

“Questi borghi, questi paesi rappresentano un presidio di civiltà. Sono parte integrante , costitutiva della nostra identità, della nostra Patria. Possono essere un luogo adatto alle iniziative di giovani imprenditori. L'informatica e le tecnologie possono favorire questo processo.  Può diventare anche questa grande avventura un'opportunità da cogliere”.

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