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Discorsi letterecci n° 8

Luciano Funetta: "Dalle rovine"

È dinanzi ai classici che sono solito inchinarmi e soffermare a lungo lo sguardo per contemplarne la bellezza. Bistratto spesso, forse anche con un filo di pregiudizio, ciò che viene dal nostro tempo, prodotto di autori spesso spocchiosi, scrittori e poeti autoproclamatisi tali e gentilmente concessisi alla gloria terrena.

Eppure mi tocca ricredermi, finalmente, davanti all'opera di Luciano Funetta, autore di "Dalle rovine".

Certo non conoscendolo personalmente non posso escluderne la spocchiosità, ma questo aspetto per ora non mi riguarda, qui è del suo romanzo che si parla, di un libro meraviglioso e tremendo in grado di entrare con forza nelle nostre viscere, di tenerci incollati con gli occhi e la mente ad ogni sua singola pagina; un romanzo nuovo, spoglio dell'autorevolezza, ma non della grandezza artistica della letteratura di un tempo. 

Leggere "Dalle rovine" è entrare in contatto con un mondo di folli diseredati, afflitti dalla solitudine e da disgustose perversioni. Ciascun personaggio è a suo modo orribile e ripugnante, ma pure estremamente affascinante e seducente, fino al punto da farci, nonostante tutto, innamorare follemente di sè.

È un libro cupo, dalle atmosfere oscure e a tratti macabre, capace di colpirci nell'animo fino a procurarci fastidio, ma senza suscitare in noi il desiderio di sfuggirne; perché c'è bellezza e cura in ogni singola pagina e scena, perché tutto ciò che c'è di forte, raccapricciante e sgradevole, non è mai fine a sè stesso, ma è metafora e legame con il resto della narrazione, è collegamento necessario verso qualcosa di altro, chiave rivelatrice di un pezzo di realtà romanzesca e non solo.

Leggere "Dalle rovine" ci permette di familiarizzare con un personaggio pazzesco come Rivera, insolito addestratore di serpenti; di relazionarci con il genio implacabile di Aleksandre Tapia, l'ambizione di Traum e la mostruosità di Rankovic. Ci concederà mille immagini e occasioni per rapportarci alla diversità e scoprirne la profonda vicinanza. Mettendoci di fronte ad un'umanità che pur a tratti mostruosa, non potremmo fare a meno di sentir bruciare addosso, sulla pelle, nelle viscere.

E se dopo poche pagine vi sembrarà di essere già di fronte a qualcosa di nuovo, originale e meraviglioso, non dovrete fare altro che godervi la lettura, per poi scoprire che eravate, davvero, soltanto all'inizio.

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