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Una città messa in ginocchio dalla mala-politica

La grave crisi di Scafati

La lunga fase, durata alcuni mesi, caratterizzata da incertezze, immobilismo e lotte intestine, ha avuto esito nelle dimissioni del sindaco Aliberti coinvolto in vicende giudiziarie che riguarderebbero rapporti con ambienti malavitosi per voto di scambio. Fatti gravissimi sui quali è interessata la magistratura alla quale è demandata ogni risposta.

Per il momento il Comune è commissariato per un periodo che potrebbe essere prolungato, nel caso di scioglimento del Consiglio, per diciotto mesi ed oltre.

La minaccia incombente ad un terremoto politico-amministrativo sotto il maglio della Giustizia non ha suscitato sorpresa nei cittadini, ormai sfiduciati nei confronti di un'amministrazione che nella percezione dei più si è dimostrata litigiosa, inefficiente e forse corrotta.

L'iter di questo impietoso percorso è costellato da molteplici episodi che hanno evidenziato aspetti di arroganza e comportamenti di instabilità di una maggioranza arroccata nella difesa del potere e sfilacciata tra dimissioni ritirate ed appoggi esterni, insieme a fughe da responsabilità.

Gli stessi tentativi di presentazione di documenti di sfiducia sono finiti nel gioco grottesco di taluni personaggi che al momento decisivo sono rientrati nell'ovile.

Meritava questo un paese di sessantamila abitanti, il più importante dell'agro Nocerino-Sarnese, cerniera tra due province?

La realtà, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti: economia allo sfacelo con una crisi gravissima del commercio, dell'artigianato, delle libere professioni e della piccola imprenditoria, con un PIP promesso e mai realizzato, un settore primario ormai scomparso da anni e così via.

Sarebbe però ingiusto attribuire solo a questa Amministrazione tutte le colpe, molte delle quali vengono da lontano (vedi lo scempio edilizio, la deindustrializzazione ecc.). Ciò che invece appare estremamentegrave è la sfiducia generale nella classe dirigente e lo stato di sofferenza che avverte una popolazione abbandonata a se stessa ed in ginocchio, fiaccata nella speranza di una efficace ripresa.

Si respira nel paese un'atmosfera da dopoguerra senza, però, la volontà di ripresa.

E' necessario che questa sensazione sia fugata, che si ritorni a considerare questa città come casa propria, che ci si ricordi del suo glorioso passato e ci si preoccupi del suo futuro.

La classe dirigente, le associazioni, i partiti trovino motivi di coesione e di collaborazione.

Ognuno si assuma le sue responsabilità.

I Commissari di Governo, ai quali va rivolto un augurio per il difficile lavoro ed un ringraziamento per il sicuro e fattivo impegno, termineranno prima o poi la loro opera.

Noi non dobbiamo restare a guardare, cominciamo a pensare al futuro senza ingerenze divisive esterne, Scafati è degli scafatesi e di tanti nuovi concittadini che si sentono tali.

Ritroviamo insieme la nostra identità ed il nostro avvenire.

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