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Ci sono troppi "se"

Per chi votare?

Tra meno di un mese più di dieci milioni di italiani voteranno in 1026 comuni. Un tempo, quando la schizofrenia non aveva occupato i luoghi della politica, si sarebbe considerata questa tornata amministrativa un test per le elezioni politiche. Nella estrema confusione di oggi ogni evento è un fatto a sé, surreale e senza logica. Si va al voto non per amministrare ma per vincere un posto di consigliere che possa permettere, alla meno peggio, di sbarcare il lunario per quattro anni. Non esistono più partiti né personaggi di riferimento. Tutto spazzato via: gettati insieme l’acqua sporca ed il bambino. Una superficialità pericolosa emerge nella composizione delle liste. Persone amiche ed in buona fede mi hanno chiesto qualche nome per completare le liste, come se si dovesse fare l’elenco dei giocatori della squadra rionale! In campo troviamo spesso personaggi senza preparazione né esperienza, talvolta presuntuosi e spocchiosi, talaltra cialtroni e lestofanti. Eppure le elezioni amministrative dovrebbero schierare la parte migliore, la cosiddetta classe dirigente, consapevole delle proprie responsabilità civili e del ruolo da svolgere. Invece i famosi uomini dabbene, nascosti dietro le quinte di ogni teatrino paesano, continuano a brillare per la consueta assenza, impegnati a badare alle proprie faccende per difendere ed aumentare “la roba”. A cose fatte sceglieranno il carro su cui montare, criticando chi ha perso e deridendo quell’ingenuo che aveva offerto il proprio contributo “mettendoci la faccia”. Quindi niente pronostici in questa politica che invece di governare ci affligge sempre più. E allora, per chi votare? Se trovi una persona perbene in un partito perbene, votala. Ma ci sono troppi se.

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