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Lo scoglio di Rovigliano

Memoria del tempo calpestata dall'incuria

Lo scoglio di Rovigliano, chiamato Petra Herculis ai tempi di Plinio il Vecchio, si erge lì indisturbato da tempi immemori, spuntato a seguito dello sprofondamento che ha dato vita alla piana campana, è geologicamente formato dalle rocce calcaree qualitativamente uguali a quelle che compongono il Monte Faito, quindi sull’isolotto c’è poco di vulcanico e, in un contesto vesuviano, già questo lo rende speciale! 

Posizionato strategicamente come un faro per un porto, lo scoglio di Rovigliano sorge in bocca a Torre Annunziata, palla al centro nel golfo di Napoli. 

Più di tremila anni orsono, i Fenici scelsero proprio il nostro particolare scoglio per dare inizio ad un’attività commerciale che avrebbe coinvolto non solo le etnie locali ma anche i Greci e gli Etruschi; nacque così, sull’isolotto un emporio sfruttato subito dai Greci, in modo particolare per gli scambi dei prodotti della terra con i popoli locali. Dei nostri porti, pronti ad accogliere sempre tutti, come se fossero una gran rete per i pesci, e dislocati strategicamente nel gran golfo, entrarono in possesso degli Etruschi, i quali avidamente si stanziarono proprio sulle nostre coste in particolare dove la vite potesse pregiatamente soddisfarli, fin quando i Greci nuovamente e definitivamente ne riacquisirono l’egemonia. La gens pompeiana Rubellia sarà la nuova proprietaria dello scoglio, impose quel nome che cangiò italianamente nel tempo ma ancora oggi ci permette di identificarlo. In epoca medievale a dare vita all’isola vi è il susseguirsi, caratteristico del tempo, dei monaci prima di quelli cistercensi, poi benedettini e florensi, dei popoli longobardi e saraceni, delle famiglie come i d’Angiò, del Papato; mentre Colombo scopriva l’America Rovigliano fu concesso dagli abati ai fratelli Spinelli che poi lo resero sei anni dopo a Nicola D’Alagni. Di quello che succedeva nell’epoca moderna sul nostro amato scoglio sappiamo ben poco ma è comunque documentata un’attività religiosa ancora in vita. Nel ‘700 sarà poi la volta dei Principi, delle famiglie Piccolomini e Dentice, che lottarono per avere lo scoglio sotto il proprio potere; a vantaggio dei Piccolomini finì la contesa. L’isolotto resterà una spiccante porzione di terra gestita da istituzioni per svariati secoli fin quando si costituì lo Stato italiano, che subito dopo essersi Unito già cominciò a vendersi a privati i suoi piccoli frammenti!

Ripercorrendo quindi lo scoglio di Rovigliano, nello spazio e nel tempo, passeggiamo su un particolarissimo cucuzzolo non vulcanico in area vesuviana, dove in primo luogo incontriamo il Tempio di Ercole con la sua identificante statua, attraversiamo poi la villa romana che ha ospitato i parenti di Poppea, la gens Rubellia, in seguito entriamo e usciamo dalla Chiesa di Santa Maria, che fu poi dei Santi Arcangeli e poi di San Michele, continuando la passeggiata tra la sonorità delle onde di cui è tutto circondato, compatibilissime alla meditazione, il culto legato al monastero, sia esso appartenente all’Ordine cistercense, benedettino o florense, caratterizza pregnantemente la nostra camminata fin quando ci troviamo di fronte alla marittima torre cavallaria strategicamente innalzata a difesa degli attacchi dei turchi, che alla metà del 1500 per mare scorazzavano razziando, e poi ancora dalla stessa torre rinsaldata nel Settecento, tra Angioini e Borbone, ci inoltreremo in quello che diventò il fortino ai tempi della Rivoluzione francese, in cui anche gi inglesi imposero la loro audacia; rallentando il passo ci troveremmo poi nella torre che diventa casa di prigione, per entrare in una caserma Ufficiale, per poi scorazzare tra le vite della gente che ne fu proprietaria e all’abbandono donò il nostro faro!

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