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A chi serve modificare la prescrizione?

Un sistema che non funziona

Sono tuttora in corso astensioni degli Avvocati dalle udienze penali, così come proclamate dall’Unione Nazionale delle Camere Penali contro la nuova proposta di modifica della prescrizione.

Non è che sia contrario all’astensione dalle udienze ma, ogni volta che partecipo ad una tale forma di agitazione mi rendo conto della sua inutilità e della mancanza di qualsiasi forma di incidenza della classe forense nelle decisioni dei nostri politici: e, invero, il problema è proprio questo, che la proposta di riforma della prescrizione è fatta da persone talmente politicizzate che guardano più al dato statistico da proteggere (quale il numero di processi che rischiano di andare in prescrizione) che non alla conformità delle proposte ai nostri principi giuridici.

Personalmente considero la prescrizione un istituto sacrosanto che presiede alla tutela di due principi basilari del nostro Sistema: primo, quello secondo il quale alla commissione dei reati va data una risposta pronta dal Potere Giurisdizionale; secondo, che con la risposta immediata del potere Giurisdizionale si dà esecuzione al principio della prevenzione dei reati; ed invero, non vi è chi non veda che a nessuno interessa più se un tale venga punito per un reato commesso 10–15 anni prima, per giunta quando ormai quella persona ha cambiato completamente vita!

E allora, mi domando, quale scopo il legislatore si propone di raggiungere prevedendo un allungamento dei tempi di prescrizione mediante la sospensione dei suoi termini? La riforma, così come prevista non fa altro che sospendere i termini di prescrizione, in concreto dilatandone i tempi, al solo fine di impedire vadano prescritti reati commessi in epoche remote.

Ciò, se politicamente fornisce una risposta a quanti anelano un intervento legislativo che impedisca la prescrizione di tanti reati, dall’altro non aiuta certamente a risolvere il problema ma, anzi, lo aggrava ancora di più connotandolo di anticostituzionalità oltre che contrario ai principi di economicità e speditezza pur richiamati in più parti dal nostro Codice processuale.

Ma, tant’è, l’importante è fare la riforma e salvare la faccia! 

Mentre noi Avvocati ci asteniamo dalle udienze nella consapevolezza della inutilità della nostra protesta e, più ancora, di provocare danni a noi stessi!

E, giusto per non scontentare nessuno, mentre da una parte è biasimevole la lentezza con cui vengono istruiti certi procedimenti in indagini preliminari, dall’altra appare incredibile come per alcuni altri procedimenti si giunga alla richiesta di archiviazione in tempi brevissimi senza neppure uno straccio di indagine! 

Ci si domanderà cosa c’entra questo con la prescrizione? 

C’entra perché se i reati arrivano ad essere dichiarati prescritti è anche perché nella fase delle indagini preliminari alcuni procedimenti vengono gestiti con molta lentezza, con buona pace della Giustizia certa ed immediata! 

Mentre in altri procedimenti le indagini preliminari vengono concluse in tempi strettissimi (dopo nemmeno un mese dal deposito della denuncia), magari senza il compimento di alcuna indagine e con la richiesta di archiviazione! 

Comprendo tutte le ragioni che ogni volta i rappresentanti delle singole categorie di lavoratori professano per giustificare certi rallentamenti od ingolfamenti che dir si voglia ma, a questo punto, mi dovrebbero spiegare perché, nonostante le reiterate richieste di chiusura delle indagini da parte dei difensori delle persone offese, alcuni procedimenti si trascinano silenti mentre altri si chiudono in tempi rapidissimi!? 

Non è per amore di polemica, ma appare evidente che se per tutti i procedimenti penali si procedesse ad una sorta di selezione preventiva basata sulla fondatezza o meno della notizia di reato o della denuncia/querela, si ridurrebbe notevolmente il numero dei procedimenti da portare a Giudizio, con riduzione drastica del rischio di prescrizione.

Caro Direttore, forse con questo scritto aumenterà il numero dei miei detrattori, ma non importa: la cosa importante è non farsi travolgere dalle false proposte di riforma dei nostri politichesi o politicanti.    

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