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Sono sempre guai...

per chi ci capita!

E la storia continua……

erano trascorsi alcuni giorni da quando avevo consegnato al nostro Direttore il mio modesto articolo sull’articolo 114 del Codice di Procedura Penale che prevede il “divieto di pubblicazione degli atti e delle immagini di un procedimento penale” quando dalla Televisione e dai quotidiani cominciò a rimbalzare la notizia dell’arresto e della denuncia di alcune persone, tra cui un noto giornalista, per il reato di furto in concorso e pubblicazione illecita di documenti riservati sottratti all’interno di un Ufficio della Città del Vaticano: in questo mondo di inciuci la cosa non mi meravigliò più di tanto, dal momento che non faceva altro che confermare ancora una volta la mia convinzione dell’abuso che si fa del c.d. diritto di cronaca, nell’esercizio del quale si ritiene di poter dire e pubblicare quello che si vuole,  in danno del povero Cristo di turno. Fin qua, quindi, nulla di nuovo, ma quello che più mi ha sorpreso e spaventato è stata la protervia e la arroganza con la quale, dopo qualche giorno, quel giornalista, davanti ai Giudici della Città del Vaticano, ha manifestato il suo disappunto perchè imputato per un fatto che egli ritiene non essere reato in quanto costituente legittimo esercizio del diritto di cronaca e perché i Giudici non gli avevano riconosciuto la possibilità di nominare il proprio difensore di fiducia. Ora, si badi bene, l’arroganza e la protervia non è nella legittima professione di innocenza fatta da quel giornalista, ma nel fatto che egli accusava la Città del Vaticano di avere quasi commesso un abuso accusandolo di quei reati, in tal modo dimostrando di non riconoscere lo Stato estero che lo stava giudicando per presunti reati commessi nel suo territorio e in violazione di norme e di interessi penalmente tutelati in quel territorio. E ancor più meraviglia ha destato in me il tentativo del giornalista RAI Franco Di Mare posto in essere di lì a qualche giorno attraverso UNO MATTINA di giustificare il comportamento di quel giornalista che, anche secondo Di Mare, avrebbe fatto null’altro che esercitare il diritto di cronaca!  Per carità, tutti, primi fra tutti i giornalisti  (Dio li abbia in Gloria), oltre quello di cronaca  hanno il diritto di esprimere la loro opinione ma, mi si consenta l’espressione, quella di Franco di Mare per giunta espressa attraverso un mezzo di comunicazione come RAI 1, è una opinione qualificata, a mio parere idonea ad influenzare l’ascoltatore distratto, insinuando il germe della confusione tra diritto di cronaca, diritto di opinione e il reato di furto aggravato finalizzato alla pubblicazione illegittima di notizie contenute in documenti sottratti da un Ufficio di uno Stato estero!!!

Qual’ è allora lo scopo di questo umile scritto? Semplicemente quello di richiamare l’attenzione dei lettori sui falsi miti creati dalla Stampa o, per meglio dire,  da certa Stampa che lascia intendere che tutto sia pubblicabile e di tutti si possa parlare impunemente. Evidentemente il disappunto di quel giornalista, imputato dalla Città del Vaticano, era più nel fatto di essere a sua volta rimasto vittima del suo stesso “sistema” giornalistico e non già per il semplice fatto di essere imputato di reati infamanti per i quali probabilmente godrà del perdono Papale, come accadde per il famoso maggiordomo.

Come si vede, …….guai  a  chi  ci  capita!

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