Sembra rintronato, attonito, confuso e frastornato dalle tante belle parole sparate nell’aria dai professionisti della chiacchiera: i chiacchieroni.

Si mostra stupito e disorientato dalle lotte intestine e senza quartiere di qualche schieramento politico.

Pare deluso per l’ennesimo, inaspettato crollo dei suoi antichi sogni, questa volta propiziati dall’ultimo incantatore aduso a calcare le scene e bravo nello stimolare le platee ridanciane, ancorché pronto ad entrare nella schiera dei “normalizzati” non appena al governo di un qualche italico municipio.

Povero cittadino? 

Non direi.

Questo cittadino è degno rappresentante del popolo italiota (o italidiota?) che, con pazienza certosina, negli anni ha creato la realtà di cui oggi si lamenta. Con il suo opportunismo cieco ed egoista, con il disprezzo dell’interesse collettivo, con l’arroganza e la presunzione della più becera ignoranza, ha espresso sempre maggioranze politiche a sua immagine e somiglianza. Del resto, il meschino non poteva certo rivolgersi ai marziani!