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Rosicchiatrici sociali

Un piccolo problema...risolto al femminile

Prima di trovare un sano equilibrio interiore, che rende sfizi i propri vizi, tanti sono i comportamenti nervosi, o meglio i disturbi del controllo degli impulsi, su cui è necessario maturare un atteggiamento da persona forte; fino a qualche anno fa l’onicofagia potevamo inquadrarla come un problema generazionale, legato a momenti transitori come l’adolescenza, quindi risolvibile in qualche anno e senza conseguenze. Oggi se non si vedono persone anziane mangiare le unghie è forse perché non viene facile a loro farlo con la dentiera!

In situazioni di stress, o d’altro canto di inattività, i comportamenti compulsivi risolvono un sfogo inconscio al momento (all’atto pratico) ma evocano comunque condizioni di disagio. 

Sanguinamenti e dolori sono i primi inconvenienti legati all’onicofagia che come prima precisato rende chiara la situazione di malessere della rosicchiatrice; più banalmente ancora è ovvio dedurre che le unghie, sotto le quali si deposita tutto (anche il DNA dell’assassino), sono fonte di sporcizia e quindi una via diretta tra microrganismi nocivi e il nostro organismo; inevitabilmente, per la donna che mangia le unghie, la parte estetica della mano è danneggiata dalla presenza di dita mozzate (sembra proprio che manchi l’ultima falange alle rosicchiatrici) e rende subito chiaro il carattere debole della stessa che gestisce la rabbia sfociando in un vizio.

Passi da gigante sono stati fatti rispetto al passato nel campo dell’estetica, in modo particolare per la “ricostruzione delle unghie” utilizzata oramai anche come cura dell’onicofagia, infatti, sinora si combatteva il fenomeno con l’applicazione di smalti amari, utilizzo di guanti, assunzione di antidepressivi che comunque non tutelavano l’estetica della mano rovinata ormai da un comportamento scorretto assunto per anni.

La ricostruzione delle unghie diventa quindi una cura per le rosicchiatrici ed avviene in base allo stato di gravità di quel che resta delle unghie mordicchiate.

Vediamo come funzione la ricostruzione più nota: un gel resistente ricopre l’unghia, impedendola di essere mangiata, e se possibile si allunga quest’ultima di un terzo, con l’applicazione di cartine, questa è la tecnica del ponte, la più usata; nella tecnica della polvere di seta invece, quel che resta dell’unghia viene ricoperta interamente da uno strato di seta auto incollante.

Una ricostruzione ben fatta deve restare intatta almeno per circa trenta giorni, dando il tempo alle unghie di ricrescere naturalmente.

La ricostruzione quindi, abbiamo visto che, è una risoluzione efficace per coloro che hanno il vizio di mangiarsi le unghie; ad oggi, non solo le onicofagiche utilizzano questo espediente, anzi, ormai per moda, tantissime sono le donne e le ragazze che settimanalmente cambiano il proprio ‘stile di portare le unghie’ e sulle mani delle italiane, nervose e non, vi sono migliaia di modelli di unghie utilizzati da chiunque, infatti, non è facilmente riconoscibile se una ricostruzione è atta a risolvere un problema o è semplicemente utilizzata come ritocco di bellezza; questo comunque rende le mani delle onicofagiche uguali a quelle delle altre donne e così cominciano a svanire anche i principali fattori di stress che le portavano ad assumere comportamenti scorretti come il rosicchiare continuo!

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