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Sicurezza sul lavoro

L'importanza della prevenzione ed il ruolo dell'educazione anche in età scolare

Quanti morti sul lavoro ha totalizzato l’Italia in centocinquanta anni di vita? Nessuno lo sa!

Eppure le condizioni di lavoro dal 1860 ad oggi sembrano essere sempre le stesse, non vi è differenza tra il contadino risorgimentale e quello odierno, il lavoro in fabbrica era già stato testato nel Nordeuropa e noi subito l’abbiamo preso in prestito; nelle acciaierie morivano gli operai e nelle acciaierie muoiono i lavoratori.

Mussolini si rese subito conto dell’estremo sacrificio che avrebbero dovuto fare gli Italiani per edificare il suo grande impero e infatti, miniere, cantieri e grandi impianti produssero una quantità di morti e di gravemente feriti impressionante, da qui una fitta regolamentazione per evitare gli infortuni sul lavoro caratterizzerà l’Italia per sempre; ma allora, come è possibile che gli infortuni e le morti sui luoghi di lavoro sono nel Duemilaquindici un argomento ancora da affrontare con gravità ed apprensione?

L’amianto colpisce ancora, dai ponteggi gli operai volano come angeli e mani, occhi, dita, gambe, pelle, udito si perdono in un lampo, questo succede ancora nella Penisola.

Nelle scuole, in Italia, nessuno insegna ai bambini a volersi bene, a rispettare la vita, a curarsi della famiglia. Ereditiamo dai paesi occidentali un individualismo egoista, si sente sempre parlare di salario sicuro e mai di lavoro sicuro; l’unica sicurezza che abbiamo nel Belpaese è quella che “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” nero e insicuro.

Una burocrazia impegnativa ed edotta affoga la realtà dei lavoratori, infatti, se le leggi sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro fossero più fruibili e comprensibili da un ampio pubblico diventerebbero finalmente parte del bagaglio culturale dei cittadini italiani che già da quando sono bambini imparano qual è il senso della vita, di una carezza data da una mano non saltata, di un genitore che torna a casa.

La protezione è un concetto innato nella natura umana eppure l’incoscienza regna sovrana. I lettori forse non immaginano che la maggior parte degli infortuni e morti sul lavoro è determinato dai lavoratori, dai loro comportamenti scorretti, dalle loro distrazioni e disattenzioni.

I nonni d’Italia dovrebbero dare il buon esempio quando insegnano il mestiere ai nipoti ed insistere con loro che la prima cosa da fare quando si inizia un lavoro è accertarsi che le attrezzature di lavoro siano sicure mentre i genitori dovrebbero insistere sui figli imponendo quotidianamente a loro degli obblighi morali e, sfruttando una metodologia preventiva, introdurli alla vita, con la coscienza del fatto che la vita dura solo una vita.

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